CISL FP Padova Rovigo. Importante iniziativa per dire no alla violenza sul personale sanitario

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Nella giornata di ieri, 9 ottobre, si è svolta una iniziativa lanciata dalla CISL FP Padova Rovigo, per sensibilizzare sul tema della violenza sul personale sanitario e socio sanitario, con presidi, svolti dalle ore 9 alle 14, davanti a pronto soccorso e presidi ospedalieri del territorio. Momenti in cui è stata consegnata una lettera aperta a tutti i cittadini per ribadire la necessità di contrastare la violenza contro gli operatori sanitari. Infermieri, medici, operatori socio-sanitari, educatori, assistenti sociali e personale tecnico-amministrativo di front office, sono sempre più frequentemente vittime di episodi di violenza fisica e verbale che mettono a repentaglio la loro sicurezza e la qualità dell’assistenza erogata ai pazienti.

Abbiamo anche inviato una lettera alle aziende sanitarie per denunciare la crescente e preoccupante situazione delle aggressioni subite dal personale sanitario, che opera quotidianamente nei Pronti Soccorso, in primis, ma che coinvolge trasversalmente anche tutti i reparti e i servizi, senza eccezioni.

I Pronti Soccorso e i Reparti di Psichiatria e SERT sono i luoghi dove si registra il maggior numero di episodi, ma anche il personale di front office, spesso il primo contatto con i cittadini, si trova a dover gestire situazioni di forte disagio. In particolare, l’attuale periodo di difficoltà nel garantire risposte adeguate ai bisogni di salute della popolazione ha accentuato tensioni e frustrazioni.

UN QUADRO PREOCCUPANTE
I dati più recenti tracciano un quadro preoccupante, solo per fare qualche esempio, all'interno dell'Azienda ULSS 6 Euganea: tra il 2018 e il 2022 si sono verificati ben 539 episodi di violenza, di cui 340 aggressioni verbali e 199 fisiche (fonte: Quotidiano Sanità). Questi numeri, in continua crescita in tutte le Aziende Sanitarie, impongono un'azione tempestiva per tutelare la sicurezza e il benessere dei nostri operatori, il cui ruolo è fondamentale per il buon funzionamento del servizio sanitario. Le aggressioni non solo mettono in pericolo la salute fisica e psicologica degli operatori, ma generano un clima di insicurezza e stress che può compromettere gravemente l’efficienza e la serenità dei luoghi di lavoro. 

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Le immagini dei presidi effettuati sul territorio

"Il personale sanitario è sottoposto a un livello di stress intollerabile," afferma Fabio Turato, responsabile Sanità Pubblica per la CISL FP Padova Rovigo " Molte di queste aggressioni rappresentano vere e proprie rappresaglie nei confronti del personale di assistenza da parte di pazienti e familiari esasperati. È una situazione di imbarbarimento inaccettabile che richiede un intervento immediato e deciso da parte delle istituzioni e amministrazioni pubbliche e ad aggravare la situazione è che il personale sanitario è composto per il 75% da donne."

"Siamo di fronte a un fenomeno che non può essere più ignorato," dichiara Achille Pagliaro, CISL FP Padova Rovigo. "Ogni episodio di violenza rappresenta un fallimento per il sistema, che non riesce a proteggere chi si dedica con passione e professionalità alla cura degli altri. È urgente potenziare le misure di prevenzione e sicurezza, ma anche investire nella formazione del personale per una migliore gestione delle situazioni di rischio".

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Le immagini dei presidi effettuati sul territorio

Le proposte CISL FP Padova Rovigo
La CISL FP ritiene che affrontare questa emergenza richieda una serie di interventi concreti e coordinati. Tra le proposte avanzate, sicuramente non esaustive:
  • La convocazione di un tavolo permanente con le Amministrazioni per approfondire le dinamiche degli episodi di violenza, comprenderne le cause, valutare l'efficacia delle misure di sicurezza attualmente in vigore e individuare le possibili aree di miglioramento.
  • Assunzione di personale adeguato alle reali necessità assistenziali.
  • Valorizzazione del personale per evitare le fughe verso altre aziende pubbliche o private o peggio abbandono delle professioni.
  • Prevedere l’inserimento di personale con competenze linguistiche e la presenza di mediatori culturali, per garantire un'efficace comunicazione con i pazienti di diversa provenienza e migliorare la qualità dell’assistenza.
  • Rafforzamento della medicina territoriale per garantire un'appropriata gestione degli accessi con l’obiettivo di ridurre la pressione sugli ospedali e i Pronti Soccorso, e per migliorare la continuità delle cure e rispondere tempestivamente ai bisogni di salute della popolazione.
  • Rafforzamento delle misure di sicurezza: attivazione di posti di polizia nei presidi che oggi ne sono sprovvisti, con l’attivazione di servizi di ronda. Installazione di sistemi di videosorveglianza, presenza di vigilanza privata nelle aree a maggior rischio e una più stretta collaborazione con le forze dell’ordine per garantire un intervento tempestivo in caso di situazioni critiche, registrazione di tutte le chiamate telefoniche in entrata verso i servizi sanitari.
  • Campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione massive.
  • Formazione e supporto al personale: programmi di formazione specifica per gli operatori sanitari, finalizzati alla gestione di situazioni conflittuali e alla de-escalation della violenza. È fondamentale che il personale si senta preparato e supportato nell’affrontare queste situazioni.
  • Interventi strutturali: adeguamento degli spazi di lavoro per garantire maggiore sicurezza, con la creazione di ambienti protetti per il personale e la riduzione del rischio di contatto diretto con utenti potenzialmente pericolosi, e migliorare il confort degli utenti abbassando il livello di stress.
  • Supporto psicologico continuo: Implementazione di un servizio di assistenza psicologica per gli operatori vittime di aggressioni, al fine di fornire supporto e prevenire l’insorgere di disturbi legati al trauma.
"Non possiamo più permettere che il nostro personale viva e lavori nel terrore di essere aggredito", aggiunge Emiliano Bedon dirigente della CISL FP Padova Rovigo, "proteggere chi lavora in prima linea non è solo un dovere morale, ma una condizione imprescindibile per garantire un’assistenza di qualità ai cittadini." 

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Le immagini dei presidi effettuati sul territorio


"Chiediamo alle aziende di non minimizzare questo problema. È necessario un cambio di passo e un impegno concreto per tutelare la salute e la dignità dei nostri operatori," afferma Alessandro Piovan, della CISL FP Padova Rovigo. "Le misure di sicurezza attuali non sono sufficienti e vanno potenziate urgentemente, per fare un esempio concreto, al Pronto Soccorso di Schiavonia non si riesce a trovare un’organizzazione stabile a causa delle continue fughe di personale, che hanno costretto l’ULSS Padovana a esternalizzare parte delle attività del Pronto Soccorso per garantire i Servizi".

Nei Pronto Soccorso i dati sembrerebbero indicare che l’aumento degli episodi di violenza possa essere strettamente correlato al crescente numero di accessi e alla difficoltà di garantire un’adeguata copertura del personale. Dal 2020 gli accessi nei Pronto Soccorso degli Ospedali dell’Ulss 6 sono aumentati complessivamente di 51.161 accessi, mentre in Azienda Ospedaliera e Sant’Antonio di 37.699. Nello stesso periodo il personale è fortemente diminuito a causa di pensionamenti e licenziamenti. Questo ha provocato un’inevitabile aumento dei carichi di lavoro per i lavoratori e un aumento dei tempi d’attesa per i cittadini che si recano presso i Pronto Soccorso.
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L'iniziativa messa in campo ha avuto un forte risalto sulla stampa


"La violenza contro il personale sanitario non è tollerabile in alcun contesto," interviene anche Carlo Cogo dirigente Sindacale con responsabilità sul territorio di Rovigo: "questi episodi, gli stessi che registriamo all’Azienda Ulss 5 Polesana, hanno ripercussioni enormi non solo sugli operatori, ma su tutto il sistema di cura. È tempo che le amministrazioni agiscano con determinazione. Le aggressioni rappresentano un fallimento organizzativo che non possiamo più accettare".

La CISL FP rimane a disposizione per collaborare con le aziende al fine di creare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti gli operatori sanitari.


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