CISL FP Padova Rovigo. Carenza personale sanitario: servono soluzioni strutturate immediate

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"Lo abbiamo detto, denunciato, urlato, scritto in tutte le salse: serve un piano strutturato di assunzione per la sanità del nostro territorio, sostenuto da adeguati finanziamenti". A ribadirlo, ancora una volta, è Fabio Turato, responsabile Sanità Pubblica per la CISL FP Padova Rovigo, che rimette il dito sulla piaga "la CISL FP Padova Rovigo in questi anni non si è certo sottratta al confronto su tutti i livelli istituzionali, perché siamo convinti che l'unico modo per trovare soluzioni efficaci e concrete sia portare la voce dei lavoratori ai tavoli preposti".
   
UNA CRISI ORMAI PERPETUA
"La crisi del personale sanitario era assolutamente prevedibile", gli fa eco Carlo Cogo (che per la CISL FP territoriale segue la ULSS 5 Polesana), "e ora è una questione non più eludibile, se si vogliono mantenere e migliorare gli standard di qualità e garantire il rispetto della professionalità e diritti dei lavoratori. Abbiamo segnalato con forza la situazione di grande difficoltà in cui operano le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Pubblica, dove per garantire i servizi, a causa della carenza di personale,  si rinuncia ai riposi o si ricorre a migliaia di ore straordinarie o in acquisto di prestazioni".

IL PIANO REGIONALE
Grazie, in buona parte al lavoro della CISL FP Padova Rovigo, la Giunta regionale sta ora correndo ai ripari e ha adottato due importanti delibere per affrontare la carenza di personale nel Servizio sociosanitario regionale del Veneto. È stato approvato un Piano Regionale quinquennale e un progetto di legge che mirano a:
  • incentivare le professioni sanitarie
  • incrementare i fondi a sostegno del personale, portandoli a 150 milioni di euro nel triennio 2024-2026.
"Con queste misure", chiarisce Achille Pagliaro, che coordina l'attività sindacale CISL FP nell'Azienda Ospedaliera padovana, "la Regione Veneto intende contrastare il crescente problema della mancanza di personale sanitario, aggravato dall'invecchiamento della popolazione, dall'aumento delle dimissioni precoci e dalla riduzione dell'attrattività dei corsi di laurea e delle professioni sanitarie in ambito sanitario. Il Piano include strategie per migliorare le condizioni di lavoro e promuovere un ambiente organizzativo orientato al benessere del personale. È prevista inoltre l'istituzione di una cabina di regia sulla carenza di personale, coordinata dall'Assessorato ai Servizi Sociali, per monitorare e guidare l'implementazione di queste azioni".


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SERVE UN PASSO AVANTI

"Accogliamo con favore questo progetto regionale", rimarcano in modo corale Emiliano Bedon e Alessandro Piovan, che per CISL FP sul territorio attenzionano al ULSS 6 Euganea, "progetto che ha come obiettivo quello di attirare e trattenere medici, Infermieri, professionisti sanitari e operatori socio sanitari nelle strutture pubbliche, arginando la fuga al privato e le dimissioni in massa che mettono a rischio il servizio. Ma tutto ciò non basta! Rischia di rivelarsi un palliativo perché la soluzione alla disaffezione verso le professioni della salute e alla carenza di operatori sanitari non può essere solo esclusivamente economica".

PRONTI AL CONFRONTO
"Serve una risposta strutturale", rilancia Fabio Turato, "o si rischia che questo provvedimento abbia solo un effetto placebo. La sola iniezione di risorse economica non affronta il problema demografico che, se da un lato fa mancare la forza lavoro, dall'altro vede invecchiare la società. Per migliorare le condizioni dei professionisti della salute insieme ai soldi serve ragionare ad ampio spettro, sui modelli assistenziali, sulle condizioni di sicurezza, sulla crescita e valorizzazione delle competenze. Per questo adesso è il momento di dare voce ai lavoratori e aprire un confronto. Noi della CISL FP, come sempre, siamo pronti!".


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